Nell’adattare la tragedia, Parker, attore teatrale esordiente nella regia, utilizza soltanto un terzo dei dialoghi e sceglie la via del realismo: esterni e interni naturali di Venezia e nel castello Orsini-Odescalchi di Bracciano, fotografia (D. Johnson), costumi e ambienti in linea col tardo ‘500, ritmo incalzante, cinepresa al servizio degli attori, spesso in primo piano. È il 1° Moro di Venezia di pelle nera sullo schermo e muoiono anche Iago ed Emilia, ma le vere novità sono altre: non soltanto Iago (un Branagh acuminato) è l’assoluto protagonista, ma Otello è il suo fantasma, la sua larva. Perciò Iago “guarda ripetutamente l’obiettivo, e non solo per comunicarci i ‘suoi’ pensieri, ma piuttosto per catturare i ‘nostri’, o addirittura per indurci a riconoscere quelli in questi” (R. Escobar). Conduce il gioco che Otello subisce. Fishburne è semplice e diretto, non privo di malinconia. AUTORE LETTERARIO: William Shakespeare