Spartacus ed i fuggitivi proseguono verso sud alla ricerca di Naevia. Giunti alla prima villa, dopo aver ucciso tutte le guardie, Crisso, torchiando il signore della casa, ottiene conferma del passaggio dell’amata. Spartacus decide di assoldare gli schiavi liberati e di addestrarli alle arti gladiatorie, nonostante uno di questi, Nasir, attenti alla sua vita; questa decisione continua a provocargli dissidi con Crisso ed Aagron e la convivenza di tutti viene sempre più messa alla prova. Ilithyia è sempre tormentata – ma al tempo stesso compiaciuta – dal ricordo della notte di passione vissuta con Spartacus, durante l’orgia alla villa di Batiato; tutto in quella casa gli ricorda quegli eventi. Glabro, prova ad accordarsi col giovane Sepius, per reclutare anche i suoi uomini alla sua causa, ma il giovane si rifiuta e affronta a muso duro il pretore, accusandolo di non meritare i titoli ottenuti per parentela. Decide così di sfruttare la popolarità di Lucrethia e della sua affinità col divino, in seguito alla benevolenza mostratele dagli dei; costringe così la moglie ad accompagnarla al mercato ed acconsentire ai suoi ordini per eseguire un sacrificio propiziatorio. Enomao decide di scendere nelle fosse dell’ade, unico posto degno di un «animale senza onore». Ricordando tutta la sua storia che l’ha portato agli altari della gloria nella casa di Batiato, per mano di Tito – padre di Quinto – continua a combattere cercando un valido avversario, in grado di porre fine alla sua vita. Quando l’ora sembra giunta, un manipolo di uomini assale le fosse e lo cattura. Ilithyia cerca di uccidere Lucrethia, mentre ella è intenta a compiere il sacrificio, paventando la possibile ricomparsa dei suoi ricordi che potrebbero riportarla in una posizione attaccabile. Ma il tentativo è interrotto dall’arrivo alla villa di una vecchia conoscenza dei suoi abitanti. Ashur, sfuggito anch’egli alla strage, torna alla villa e consegna Enomao.