Le forze di Spartacus sono oramai arretrate alle cime del Vesuvio, completamente circondati da invasori romani ambiziosi di massacrare una volta per tutte l’ultima speranza ribelle attraverso la sua attuale debolezza: la fame e la sete risorse che la parte più alta del Vesuvio sembra non concedere loro ;motivo primario che condurrà un drappello di guerrieri germanici ad un assalto verso le pattuglie romane per una disperata quanto necessaria avanzata verso una postazione più favorevole. Ma l’imboscata non riscuoterà il suo buon esito dal momento che, nonostante il discreto inizio, essa verrà stroncata dall’intervento di Ashur e dell’Egiziano, i quali verranno a loro volta ostacolati dall’arrivo di Spartacus, giunto in aiuto dei germanici; ma nel furore dello scontro Mira viene gravemente ferita e per salvarla i ribelli si ritirano nuovamente sulle altezze del Vesuvio dove Spartacus tenterà di soccorrere Mira ma è ormai troppo tardi la sua amata ha lasciato il mondo dei vivi. Nel frattempo la vicenda sposta il suo susseguirsi verso quella che una volta fu la postazione segreta dei ribelli attualmente occupata da Glabro nella quale vi si trova Ashur, che con i suoi maestosi combattenti aspira dopo la cattura di Spartacus l’apertura di una grande palestra grazie alla quale, secondo lui, incrementerà grandi fortune. Ilithyia, che ormai in procinto di partorire, viene spedita alla villa assistita dalla fida Lucretia. Ma la grande ambizione di Ashur non sarà imperitura dal momento che Glabro, venuto a conoscenza del furto del bracciale di Sepio, lo ritiene il movente del tentato omicidio da parte di Sepia e di conseguenza lo priverà della fiducia dei suoi combattenti che gli si ritorceranno contro non riconoscendolo più come padrone. A questo punto Glabro architetta una strategia: affinché venga resa la cattura di Spartacus, manderà Ashur verso la postazione dei ribelli per un accordo tramite il quale si stabilirà la vita risparmiata ma piegata alla schiavitù per i ribelli in cambio della consegna di Spartacus. L’accordo, com’era da prevedere, non verrà accolto con benevolenza dai ribelli che come messaggio di forte e sentito rifiuto verso Glabro invieranno niente meno che la testa mozzata di Ashur, ucciso in duello da Neavia come segno di riscatto verso un passato intriso da debolezze a abusi sessuali. Spartacus comprende che è giunto oramai il tempo di contrattaccare all’esercito di Glabro e persuade i propri compagni del fatto che anche se moriranno in battaglia almeno moriranno con la consapevolezza di aver già conquistato una fiera e valorosa libertà. Così col ruggito di una tempesta e l’oscurità della notte ad affiancarli, Spartacus, Crisso, Agron e Gannicus scendono furtivamente verso l’accampamento romano dove servendosi delle catapulte inizieranno a incendiare e a seminare caos fra i romani; l’incendio provocato darà il segnale al resto dei ribelli capeggiati da Enomao che si gettano alla carica contro i nemici. L’azione si sposta alla villa Batiato dove Ilithyia attende con sofferenza la nascita del proprio figlio, ma un evento inaspettato sta per sconvolgere il suo animo; Lucretia infatti, estranea ormai dalla ragione, riuscirà non solo a partorire ma addirittura a rapire il neonato di Ilithyia, tutto riconducente ad un macabro intento ossia uccidere il figlio di Ilithyia come segno di dono a Batiato, il marito che in vita non conobbe mai la felicità paterna. Intanto al Vesuvio infuria la battaglia; Enomao riconoscendo in combattimento l’Egiziano, causa della perdita dell’occhio sinistro, si avventa su di esso ma finirà ferito a morte dinanzi lo sguardo di Gannicus che avvolto da ardore vendicativo riuscirà ad uccidere l’Egiziano e ad assistere l’amico nei suoi ultimi istanti di vita, nei quali riceverà il perdono per la relazione amorosa con Melitta dopodiché Enomao, il grande maestro di gladiatori, spira. Da questo momento la storia è colma di tensioni, Spartacus fa arretrare l’esercito romano verso la postazione di Glabro dando inizio all’ultimo duello con esso mentre Ilithyia in preda alle debolezze seguite dal parto, tenta di fermare Lucretia ma sarà tutto vano, la donna si getta insieme al bambino nel dirupo della villa e ad Ilithyia non resterà altro che cadere a terra apparentemente priva di vita. Ormai l’evento cruciale sta per compiersi, Spartacus ha la meglio su Glabro ma quest’ultimo, prima che gli venga inferto il colpo di grazia, informerà Spartacus che la forza di Roma non si fermerà finché lui non verrà ucciso; Spartacus ripensa alle sofferenze scaturite da Glabro e con un gesto netto mette finalmente fine alla vita del suo innato rivale ma la guerra contro Roma non è affatto conclusa, altre legioni giungeranno per reprimere la ribellione, ma Spartacus, armato di valore e determinazione, griderà ai ribelli che se anche quanto espresso da Glabro è vero, loro saranno pronti per affrontare la famosa forza di Roma.