In buona sostanza, la storia di questo film è para para quella di E.T.: l’extraterrestre: ma in casa Aardman sono troppo bravi e intelligenti da rendersi colpevoli di una scopiazzatura. Una giovane creatura aliene sbarca nel mondo senza parole e strapieno di azioni di Shaun, che si confronta direttamente con la straordinaria e troppo spesso dimenticata tradizione del cinema muto, della comica slapstick, dei Chaplin e dei Keaton. L’avventura si snoda lungo coordinate iperboliche e rocambolesche, con un costante gioco al rialzo che riempie l’inquadratura di situazioni, personaggi e dettagli, e che spinge ancora oltre i confini dell’azione. Tutta questa ricchezza garantisce gag esilaranti, ma in qualche modo rischia, per sovrabbondanza, di smorzare l’efficacia dell’insieme e di disperdere l’attenzione dello spettatore, specie se non adulto.