Al, 36 anni, nato Alberto, un nome comune, un uomo che puoi definire ancora giovane, ma Al non è né comune né giovane. Siamo a Milano, immersi nella lenta agonia economica di una città che, nonostante tutto, è ancora iperattiva anche nella sua negatività fatta di degrado e povertà. Al ha fatto tutto nella sua vita, pugile, esperto di arti marziali, guardia del corpo, buttafuori. Ha anche compromesso con la criminalità organizzata, la clandestinità e ha vissuto le più oscure sfumature dell’illegalità finché non ne è diventato parte. Questo sottosuolo urbano è l’unico posto in cui può ancora essere un grande nome, dove si sente rispettato anche se è perso in un’incessante e progressiva alienazione. La storia di Al ha un altro aspetto, è la storia di un padre che non è stato in grado di essere un padre e ora vuole recuperare il tempo perduto. MMA, uno sport estremo, sarà probabilmente una via di fuga da quel mondo. L’ultima possibilità di Al è la finale del torneo “Milano In The Cage.