Un uomo, armato di una carabina Winchester modello 70, spara e uccide diverse persone nei pressi di un parco giochi. Si tratta di Ernest Cobb, uno dei prigionieri scomparsi da Alcatraz nel 1963. È un serial killer il cui modus operandi è costituito dal compiere tre sparatorie, una al giorno, prima di trasferirsi in un’altra città. Le vittime, secondo la sua documentazione, sono scelte casualmente. Inizia quindi una corsa contro il tempo in cui l’agente Hauser, la sua assistente Lucy, l’agente Madsen e il dott. Soto devono individuare e catturare Cobb prima che si trasferisca senza lasciare tracce. Con l’aiuto di telecamere di videosorveglianza risalgono a un hotel nel quale Cobb potrebbe risiedere. Rebecca, Lucy e Diego Soto si recano sul posto, ma finiscono in quella che sembra una trappola: da un altro edificio Cobb spara all’assistente dell’agente Hauser ferendola gravemente. Lucy Banerjee viene immediatamente soccorsa e riuscirà a salvarsi la vita, ma non a evitare il coma. Mentre lei viene ricoverata, Rebecca cerca di capire cosa rappresentino le vittime per Cobb. Con l’aiuto del dott. Soto scopre che Cobb, dopo essere cresciuto in un orfanotrofio, è andato alla ricerca della propria madre e, dopo averla trovata, quest’ultima, madre di una ragazza adolescente, lo ha respinto. Probabilmente per questo, tra le vittime, vi è sempre una giovane donna. Rebecca scopre anche che, durante il periodo di reclusione, Cobb si era fabbricato un cannocchiale ed osservava ogni giorno una precisa parte di San Francisco; quella che potrebbe essere il luogo della terza e ultima sparatoria prima di lasciare la città. Nel frattempo, in un parcheggio, Ernest Cobb aveva infatti già colpito una seconda volta. Rebecca Madsen e Emerson Hauser si recano quindi in quella zona ed individuano l’edificio più alto: Cobb si trova sul tetto e sta prendendo la mira per uccidere ancora. Insieme, riescono a disarmarlo e ad arrestarlo. L’agente Hauser, mentre Cobb era ormai già stato neutralizzato, gli spara alla mano usata per sparare, per assicurarsi che in ogni caso non ritorni a uccidere con un fucile. Anche Cobb, come era stato per Sylvane, nel frattempo sottoposto a un inutile interrogatorio, viene incarcerato nella segreta struttura penitenziaria. I due, per ora i soli a essere detenuti, hanno l’occasione di incrociarsi e riconoscersi a vicenda. Nel finale, in un flashback, si vede Lucy nel 1960 operare per conto dell’allora direttore del carcere con il nome di Lucille Sengupta.