Coulson fa una serie di esami medici asserendo siano stati ordinatigli dal suo ufficiale medico. Nel frattempo Ward testa una nuova arma stordente sostenendo sia 30 grammi troppo pesante; non appena questi esce dalla stanza Skye, Fitz e Simmons iniziano a fargli il verso. Poco dopo, la squadra è chiamata ad investigare una serie di misteriosi decessi dovuti ad anomalie elettromagnetiche che fanno levitare brevemente il cadavere della vittima. Nonostante l’idea iniziale degli agenti sia quella di una sorta di serial killer superumano, le indagini fanno emergere che, in realtà, si tratta di un virus alieno contratto accidentalmente da tre pompieri che avevano prestato soccorso dopo la battaglia di New York e si erano tenuti come souvenir un elmo chitauriano che li ha infettati al primo tocco. Sebbene l’oggetto venga preso in custodia e la minaccia di un’ulteriore infezione apparentemente scongiurata è Simmons a rimanere contagiata per via di un maldestro contatto con un cadavere. La ragazza, isolata dal resto del gruppo per ragioni di sicurezza, è dunque costretta a lottare per la sua vita cercando di sintetizzare un vaccino mentre Coulson ignora il protocollo di sicurezza che richiederebbe l’eliminazione della giovane. Dopo l’ennesimo ed apparente tentativo fallimentare Simmons, disperata, si getta dall’aereo per non mettere in pericolo i compagni ma Ward si getta a sua volta con un paracadute per recuperarla ed iniettarle il vaccino, che Fitz ha scoperto essere funzionante ad effetto ritardato. Coulson rimprovera Simmons per il suo gesto avventato ma si dice felice che sia salva, mentre Fitz, sconsolato per essere stato preceduto da Ward nell’eroico salvataggio, viene tirato su dall’amica che rivela di ritenere che essergli stata a fianco sia un gesto ben più eroico; non di meno però, essa ringrazia anche Ward il quale rivela ironicamente di essere consapevole dell’imitazione che i due scienziati e Skye fanno di lui.